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Malcom X – Pillole

Policoro in Swing ha il piacere, attraverso brevi post, a presentare a tutti i partecipanti della 10° edizione alcuni aspetti legati alla figura storico-culturale di uno dei leader afro americani dei diritti civili più importanti del XX secolo, mirando alla sensibilizzazione sui temi che a tutt’oggi sono molto attuali.



𝐌𝐚𝐥𝐜𝐨𝐥𝐦 𝐗 – 𝐥𝐚 “𝐗” 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐚 𝐳𝐞𝐫𝐨 (1a pillola)
Quando nacque nel 1925 in una città del Nebraska, nel nord degli USA, si chiamava Malcolm Little. Con il tempo si rende conto che questo cognome è falso. Malcolm era afro americano, era nero e tutti i neri portavano il cognome dei padroni, dei proprietari dei loro antenati, schiavi.
Quel cognome significava il possesso che un uomo poteva esercitare su un altro uomo e quindi, una delle cose che Malcolm fa, nel momento che dà una svolta alla sua vita e si impegna in un movimento di liberazione, è di cancellare quel nome, quel nome da schiavo e mettersi una “X”, per significare “la mia identità, la mia storia, chi sono io, è stato cancellato. Perché la mia storia è una storia che non è stata raccontata, è una storia di violenza, è una storia di negazione, quindi dobbiamo ricominciare da zero”. Ricominciare è cambiare il nome, cambiare segno a tutto. Cambiare nome segnandosi con “X”, significa anche identificarsi con quelli che, nella società e nei rapporti di potere, “non sono nessuno”, identificarsi con coloro che nella società non hanno diritti. Occorre quindi ripartire da zero nei movimenti di liberazione, ripartire da zero.

𝐌𝐚𝐥𝐜𝐨𝐦 𝐗 𝐞 𝐥’𝐨𝐫𝐠𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚 𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐞𝐫𝐚 (2a pillola)
La liberazione dei afro americani, la liberazione dei neri d’America, la liberazione degli schiavi è passata attraverso una varietà di mezzi, di idee e di forme di lotta. E’ passata attraverso le fughe degli schiavi nel Sud schiavista, delle rivolte e delle resistenze, che spesso nascevano all’interno delle loro famiglie. In tutta la storia degli afro americani, durante la schiavitù, la famiglia è il punto di resistenza fondamentale. E’ il punto in cui un essere umano, che al di fuori è considerato una bestia, equivalente ad un animale, rivendica la sua umanità nel rapporto con persone con cui ha un legame d’amore: la famiglia e poi la comunità. Nelle piantagioni gli schiavi lavoravano dall’alba al tramonto, ma dal tramonto all’alba la notte era la loro! 𝐃𝐮𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐯𝐚𝐧𝐨 𝐮𝐧’𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚, 𝐞 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐨𝐢 𝐞̀ 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐛𝐥𝐮𝐞𝐬, 𝐢𝐥 𝐫𝐚𝐩, 𝐢𝐥 𝐣𝐚𝐳𝐳. Durante la notte costruivano un’identità collettiva, e durante la notte che hanno inventato la musica che poi è diventata il blues, il rap, il jazz. Difendere la propria mente dall’invasione del potere è stata una delle fondamentali forme di resistenza del movimento afro americano attraverso la resistenza. Resistere perché la schiavitù, l’oppressione (ancora oggi), il dominio punta a cancellarti l’intelligenza, il senso della tua profonda autonomia mentale. Malcolm X le supera tutte queste forme con il suo “by anymeans necessary”, con ogni mezzo necessario. Malcolm X cambia anche religione, uno dei pochi modi per tenere le distanze dal pensiero dominante, e tutto questo avviene durante la sua esperienza giovanile in carcere.



Malcolm entra in una stranissima setta (Nation of Islam) che aveva una profonda radice nei ghetti delle grandi città, per loro l’uomo bianco è letteralmente il diavolo. La cosa più importante però è che la Nation of Islam rivendica la dignità e l’importanza della tradizione afro americana. Siamo negli anni ’50, anni dove è ancora molto difficile essere orgogliosi della propria identità nera.



𝐋’𝐨𝐫𝐠𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚 𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐜𝐞𝐫𝐚̀ 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐌𝐚𝐥𝐜𝐨𝐥𝐦 (…“Say it Loud – I m black and I’m proud”…), ma solo quelli la cui identità è stata messa in discussione devono continuare a ripeterla ….”sono orgoglioso, sono orgoglioso, sono orgoglioso…”.



Malcolm X e Martin Luther King (3a pillola)
La relazione tra Malcolm X e Martin Luther King è uno dei capitoli più complessi e significativi della storia dei diritti civili degli Stati Uniti. Sebbene entrambi fossero leader rispettati e influenti del movimento per i diritti civili degli afroamericani, le loro visioni, strategie e approcci differivano notevolmente, riflettendo le sfumature di un movimento profondamente stratificato e complesso.
Martin Luther King era un pastore battista del Sud profondo, noto per il suo approccio di non violenza e la sua filosofia basata sull’amore, la resistenza passiva e la lotta per l’integrazione razziale. Malcolm X, al contrario, era un leader carismatico e polarizzante del movimento per i diritti civili, emerso dalla Nation of Islam, un movimento religioso afroamericano che promuoveva l’orgoglio nero, l’indipendenza economica e il separatismo.



In contrasto con l’approccio di Martin Luther King, Malcolm X sostenne l’autodifesa armata e criticò apertamente l’integrazione razziale, sostenendo invece l’idea di uno Stato nero separato. Nonostante le differenze nelle loro filosofie e tattiche, Malcolm X e Martin Luther King, hanno condiviso un obiettivo comune: l’eliminazione del razzismo e il conseguimento dei pieni diritti civili per gli afroamericani Malcolm X, anche senza mai rinunciare completamente al diritto all’autodifesa, divenne più aperto all’idea di collaborare con altri gruppi dei diritti civili e di considerare la non violenza come una possibile strategia.


Malcolm X e il ballo (4a pillola)
Il ballo rappresenta una parte significativa della gioventù di Malcolm X, un periodo in cui esplorava la propria identità e le dinamiche della società afroamericana urbana. Questo aspetto della sua vita mette in luce la complessità e la profondità della sua esperienza, mostrando come Malcolm X sia passato da una vita di ribellione e espressione personale a una di rigorosa disciplina e impegno per la giustizia sociale. La sua evoluzione da ballerino di locali notturni a leader del movimento per i diritti civili riflette la straordinaria trasformazione personale e spirituale che caratterizzò la sua vita Dopo la sua conversione e la liberazione nel 1952, Malcolm X rifiutò lo stile di vita della sua giovinezza, incluso il ballo e l’intrattenimento notturno, vedendoli come distrazioni dalla causa della giustizia razziale e dalla sua fede religiosa. Come membro della Nation of Islam, promuoveva uno stile di vita austero e disciplinato, che escludeva attività come il ballo, considerate decadenti e contrarie ai principi morali della Nation of Islam.